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lunedì 7 ottobre 2013

LAM-Poesie Sonore, di Gianni Sapia


Lam, ovvero il Mantra del primo Chakra, quello alla base della colonna vertebrale, quello che controlla le nostre energie fisiche. È il Chakra della radice, quello che regola il vigore, l’ereditarietà, la sopravvivenza, la sicurezza, la passione, il denaro, il lavoro, la casa, che ci aiuta nella sopravvivenza quotidiana. Associato all’odorato, il più primitivo dei nostri sensi, quello che più di ogni altro smuove il nostro inconscio. La terra è il suo elemento, la Madre Terra ed è dimora della Dea Kundalini. Il primo chakra è veramente la base sia dell’energia maschile che di quella femminile e Lam è il suo Mantra, il suo suono, la sua vibrazione vitale. Ma non solo. Lam è anche il suono della poesia, o meglio, è colui che dà suono, associa musica, alla poesia e come il suo omonimo Mantra parte dalla base, per poi abbracciare tutte le sfaccettature delle arti sceniche. Lam è Luca A. M. Rossi T., rotondo artista senese, sferico nel suo saper essere comprensorio d’arte scenica. La sensibilità artistica di Lam lo rende attento ai vari stadi evolutivi dell’uomo, che diventa veicolo d’ispirazione. La pratica dello Yoga, del Tai Chi amplificano  le capacità meditative e introspettive, rendendo più accessibile la possibilità di recepire, di capire e di sentirsi del tutto coinvolti nel divenire della vita, esserne parte, cellula costituente. Nella sua biografia scopro che già a dieci anni è protagonista della sua prima rappresentazione teatrale e a venti il teatro diventa sua consuetudine anche come autore. È tra i fondatori del Metateatro di Siena, attivo tra il 1981 il 2008, in cui si occupa di testi classici italiani come Pirandello e autori del XVI secolo della tradizione toscana e cura la messa in scena di sue opere teatrali. Come dicevo, un artista rotondo, che espone la sua anima ai nubifragi e alle giornate di sole a cui l’arte lo sottopone senza mai tirarsi indietro. La poesia ce l’ha nell’anima e la musica è la sua naturale compagna di viaggio. Naturalmente quindi, quasi come una conseguenza logica in un contesto illogico, inevitabile sbocco al mare dell’inarrestabile piena di emozioni, nasce Poesie Sonore, opera in cui poesia e musica s’incontrano, segnate dal destino. 


Apre le oniriche danze Live in a Dream, biscotto inzuppato nel latte dei sogni, addolcito del dolce dell’ossimoro. Terra di Provincia è un manifesto della ricchezza della tradizione, inno a quella vita di provincia tipicamente italiana, bagaglio di bellezza che ci portiamo dietro tra il desiderio di liberarcene, di affrancarci e la voglia mai sopita di sentirne i profumi e gli odori. L’impossibilità di farne senza. Con La Canzone delle Paure, Lam punta il dito con ironico realismo su tutti quei terrori, a volte iniqui, che accompagnano la vita dell’uomo sociale. Ne Il Libro il destino è appunto un libro “difficile da scrivere leggere interpretare”. Una metafora piena di grazia, che fa riflettere sullo scorrere del tempo della nostra vita “in quelle pagine che scorre il tempo che saltellando va…”. Mille Cieli da Volare è un inno alla vita, a volerla vivere, malgrado le pieghe oscure in cui a volte si nasconde, una vita da vivere senza ossessioni, per la bellezza che ci offre, perché ci sono appunto mille cieli da volare. Il Mago è lo stravolgimento delle certezze, il ribaltamento dei ruoli, le infinite possibilità del tutto. Il Mago promette che può far tutto, ma forse lo promette soltanto… E si arriva al punto in cui si cerca di viverli, assaporarli come panna sul gelato, o fuggirli, riviverli, rimpiangerli o, la cosa più difficile, coglierli. Sono i Momenti della vita, che Lam “ama senza limiti tutti non qualcuno”. L’abbandono, la fuga, promesse di eternità mai mantenute sono i temi affrontati in Che Cosa c’è, resa ancor più struggente e malinconica dalla sottolineante seconda voce del finale. La ballata finale, Tic Tac, rende omaggio al tempo e al suo inevitabile scorrere, non senza ironizzare sul luogo comune che vuole che ci sia il tempo giusto per tutto. Con Poesie Sonore, Lam ci regala alcuni piccoli affreschi emozionali, che potrebbero scaturire dalla sensibilità dell’anima di chiunque sappia dialogare con l’anima stessa. Tra Endrigo, Tenco, Dalla, Guccini e menestrelli d’altri tempi, Lam percorre un viaggio lungo le strade dell’animo umano, senza la presunzione di voler insegnare qualcosa, lontano dall’utopia di trovare un senso alla vita, ma certamente con la curiosità di chi vuole sapere e l’amabilità di chi sa raccontare…
… ma poi scopro che non è tutto! Per chissà quale tranello informatico, solo qualche giorno dopo aver scritto quello che avete appena letto, scopro che l’album è ben più ricco, che Tic Tac non è affatto il pezzo finale, insomma, che c’è ancora tanta carne al fuoco. Io vi ho parlato di nove pezzi, in realtà l’album ne contiene diciannove, ma gli altri dieci, a questo punto, lascerò che li scopriate da soli, lascerò che la fiammella della curiosità vi aiuti ad appiccare l’incendio della conoscenza. Lascerò che possiate godere dei vostri sogni senza nessun preavviso, cullati dalle sorprese poetiche di Lam. Lascerò che siano le sue parole a mettere il punto, vivrete il suo sogno “un sogno così vero che mi sembra finto”.

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