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giovedì 5 febbraio 2015

HATTORI HANZO – Il cantico dei pesci, di Paolo Rigotto




HATTORI HANZO – Il cantico dei pesci - (Indidacosa)
di Paolo Rigotto

L'acciaio di Hattori Hanzo, di tarantiniana memoria, è l'arma più terrificante con la quale uno  shogun che si rispetti possa difendersi. E’ la spada di Uma Thurman in Kill Bill 1&2, e (a condizione che la si manovri con forza e saggezza) è praticamente invincibile.
L'acciaio di Hattori Hanzo ha evidentemente condizionato anche questa relativamente giovane rock band alessandrina, la quale in più di dieci anni di attività si prefigge di mantenere la lucida aggressività della mitica katana giapponese con un garage punk rock italiano musicalmente e concettualmente onesto.
Se strumentalmente le chitarre la fanno da padrone, ben suonate e didascalicamente ineccepibili, mentre il resto della band fa quello che deve fare senza a mio avviso momenti di sorpresa eclatanti, è certamente la finta leggerezza dei testi a fare la differenza. “... Va tutto bene, stiamo solo morendo...”, “... vorrei un parcheggio da Milano a Bombay solo per ballare meglio...”, “non so se rifarmi una vita o guardare una nuova serie tv”, sono euforici momenti di quotidiano cinismo, invero mai troppo spietati. Insomma, siamo folli in una società folle, ma a questo si può rimediare non prendendo troppo sul serio le nostre quotidiane tragedie.
Se l'etichetta di garage punk sta stretta alla band (in effetti momenti come “Fotonera” sono per molti aspetti più vicini ad un qualche rock mainstream di buona fattura), ancora più inafferrabile è la direzione dei contenuti, in bilico tra ironia autoindulgente e disimpegno consapevole. Un valore aggiunto all'intero lavoro è senza dubbio la sua marcata attitudine al refrain, ad una buona orecchiabilità e, non ultimo, ad un sound radiofonico efficace.
Hattori Hanzo si fanno in ogni caso paladini di un “punk buono”, dove buono non ha nulla a che vedere con il termine ingenuo. La direzione del gruppo è evidentemente consolidata da  anni di prove, concerti e registrazioni, quello che manca a mio avviso è una caratteristica sonora originale che firmi l'intero lavoro, laddove i testi sono invece un marchio assolutamente personale.

Forse una produzione un poco più puntigliosa (certo, meno punk) darebbe più respiro ad un lavoro meritevole di attenzione, non fosse altro che per l'intelligente miscela di ironia e impegno soft.


Label - Indidacosa
Recording / Mixing: Luca Grossi e Hattori Hanzo
Recording / Mastering : Alessandro Ciola
Artwork: Daniela Ferretti


Tracklist + frase topica
1 Quanto stai male?
“NN SO SE RIFARMI UNA VITA O GUARDARE UNA NUOVA SERIE TV”
2 Panorama
"HO UN CUORE COSI PESANTE CHE NE MI SPOSTA NE MI FA AFFONDARE"
3 Fotonera
"SE MI TOGLI IL TRUCCO MAGARI POI NON TI PIACCIO PIU' "
4 Il cantico dei pesci
"IL MIO KARMA PUZZA DI PESCE"
5 Canzone di Simona
" SONO COSI DISPERATA CHE QUASI QUASI RICOMINCIO A SPERARE"
6 Setticemia
"VORREI UN PARCHEGGIO DA MILANO A BOMBAY SOLO PER BALLARE MEGLIO"


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