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venerdì 22 maggio 2015

RED REX + DROPSHARD - Live al Club Il Giardino, di Marco Pessina


RED REX + DROPSHARD - Live al Club Il Giardino - Lugagnano di Sona (VR) 16/05/2015

Il cartellone di questo ricca rassegna progressive del Club Il Giardino, in questo suo nono appuntamento, prevedeva il tributo a chi, come nel caso dei Crimson, della musica cosiddetta "colta", ne è stato gli antesignano. Ma prima un doveroso accenno ai DROPSHARD, band lombarda composta da Alex Stucchi (basso e cori), Enrico Scanu (voce e chitarra), Sebastiano Benatti (chitarra e cori), Tommaso Mangione (batteria) e Valerio Di Vittorio (Tastiere). Il loro é un un prog che guarda con un occhio al passato, ma possiede sonorità hard di certe band anglosassoni che vanno per la maggiore in questi anni. La band ha all'attivo due lavori: Anywhere But Home del 2011 e il recentissimo Silk. L'impatto col club é buono ed il concerto é di ottima fattura. Il pubblico apprezza con una buona dose di applausi l'impegno e l'amalgama della band. Una curiosità l'entrata in scena del frontman nel loro primo brano, che si presenta con il monitor di un vecchio pc in testa, riportando alla mente l'epoca d'oro di Peter Gabriel con i suoi innumerevoli travestimenti. Il battesimo col Giardino é andato.
Il tempo di spostare gli strumenti ed é già ora dei RED REX, una sorta di supergruppo nato dalla collaborazione di Guglielmo Mariotti (basso e voce), ex membro della famosissima, in Europa ed anche oltreoceano, cover band dei Genesis - The Watch, e Alessandro Papotto (fiati, tastiere e cori) già con il Banco Del Mutuo Soccorso. Sono della partita anche il batterista Antonio Zito e il chitarrista Francesco Zago, che ha collaborato in passato con Moni Ovadia e gli Stormy Six. Come dice Guglielmo Mariotti in sede di presentazione, il loro é un naturale tentativo di mettere in piedi uno spettacolo che proseguisse, in tour, il lavoro della prima band del Re Cremisi, che per le note vicissitudini, Pripp, Lake e compagnia non fecero mai, visti i dissapori susseguitisi dopo il primo album. Quindi una scaletta basata su In The Court Of Crimson King e In The Wake Of Poseydon. La serata cade a pennello, visto che é il compleanno di Robert Fripp (auguri). Sentire brani come Pictures Of A City o Cat Food, non capita certo tutti i giorni. Inutile dire che la band va che è una meraviglia con un Papotto super ora al sax, ora al flauto e ora alle tastiere. Sezione ritmica di prim'ordine e un bravissimo Francesco Zago nella parte del grande Bob. A parte 21st Century Schizoid Man, che é il brano manifesto, ci voleva proprio chi ci deliziasse dal vivo nell'esecuzione di: I Talk To The Wind, Epitaph, Moonchild e The Court Of The Crimson King, praticamente l'intero album del 1969. Esecuzioni perfette e pubblico entusiasta.
Sono quelle sere che ti fanno stare bene e che ti fanno pensare di essere stato fortunato a vivere quest'epoca straordinaria a livello musicale. E poco importa, se nell'esecuzione di Starless and Bible Black, eseguita come bis, c'é una leggera indecisione nel canto di Mariotti.

Bellissima serata per un discreto numero di persone presenti. 


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