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martedì 26 luglio 2016

Racconti sottoBanco, di Wazza


Racconti sottoBanco (Emilio e Carlo)

Hello, ho sempre sostenuto che i fan del Banco e del mondo che vi ruota intorno sono tutte persone speciali (a parte qualche caso...). Persone che entrano in sintonia con gli artisti, con il loro modo di pensare, che ricevono emozioni attraverso la loro musica, ma le restituiscono con parole dettate dal cuore e anima.
Emilio e Carlo, sono due ammiratori da sempre dei fratelli Nocenzi, che hanno voluto condividere, con me, con noi, le loro sensazioni. Emilio "recensisce" Miniature, l'ultimo lavoro di Gianni Nocenzi. Carlo ci racconta del suo personale incontro con Vittorio Nocenzi, tra l'olmata e il suo studio a Genzano.
Ho voluto unire i due racconti perchè sono pieni di grande passione, di stima, e meritano di essere letti. Emilio e Carlo sono due fan "vaccinati", di lungo corso, di quelli che magari non si conoscono le loro facce, ma ci sono da anni e ci saranno sempre, a testimoniare ancora una volta che il Banco non è solo un gruppo musicale, ma uno stile di vita, di pensiero etico.
Grazie ragazzi
Wazza


Emilio Maestri ci "racconta" Miniature

Miniature 
di Gianni Nocenzi
 

Da dove viene la scelta del titolo di un album?
 Che cosa lega un titolo ad un brano musicale senza liriche, dove le sensazioni, le emozioni sono legate alla sola musica ed alla sua interpretazione? 
L'ascolto di Miniature risponde senza segreti a queste due domande che chi ascolta musica si sarà posto tante volte. Citando le tracce di quest'opera meravigliosa non si corre il rischio di dire "la prima", "la terza" perché il titolo di ogni brano è la chiave per l'ascolto, lo scenario emotivo dove le note trovano una proiezione tridimensionale. E, ad aumentare questo coinvolgimento, questa sintesi emotiva con l'autore la registrazione in presa diretta resa come si sente dalla parte di chi suona, per una empatia totale. 
Le miniature sono opere grafiche dove l'artista concentra in poco spazio fisico una ricchezza di particolari proporzionata alla propria bravura tecnica ed espressiva. 
Nelle sue miniature Gianni Nocenzi concentra sentimenti e sensazioni, immagini e scenari di rara efficacia in un capolavoro assoluto. 
Nei pochi minuti di ogni traccia scorre una moltitudine di espressioni scaturite dalla sorgente del dolore, un dolore differente a seconda dello scenario, un dolore da esorcizzare o da elaborare ma pur sempre da vivere nella vita reale o nel sogno. 
Lungo il Cammino di Pietra non ci si può fermare, non si torna indietro. Non si può percorrere che a piedi, con la fatica della disperazione, lungo un sentiero dove il dolore è sasso bruciato dal sole o reso scivoloso dal ghiaccio. E si sente la fatica di questo camminare che toglie il respiro, dove non vedi il cielo perché devi stare attento a non cadere, dove non sai se la direzione è quella giusta o addirittura non sai nemmeno perché o dove stai andando.
 Forse, ogni tanto, là in fondo si intravede una luce: le note del pianoforte di Gianni accompagnano in questo cammino che prima o poi tutti dobbiamo compiere. 
Terra Nova è un viaggio di speranza, di fuga dal dolore, di attese ma anche di incertezze perché chi viene dal dolore è obbligato a cercare una nuova terra dove seminare il futuro che - si spera - sia diverso da quello che ci si lascia alle spalle. Un brano dai due diversi spiriti ma luminoso, che trasmette come dal dolore si possa passare alla speranza. 
Nei Ritorni c'è un caleidoscopio di emozioni che ruotano con luci e colori diversi. Ogni ritorno contiene un allontanamento ed un tempo che lo separa dal passato. E in più nello scenario sonoro ci sono i personaggi che tornano ma anche quelli che attendono il ritorno coi loro sentimenti e le loro attese. Che cosa troverà il profugo al suo ritorno? Sará mutato il dolore che lo aveva fatto fuggire? Sarà migliore dopo tanta lontananza? E come sarà lui cambiato rispetto a quando era partito? Il pianoforte ricama tutte queste complessità con l'intarsio delle linee melodiche a tracciare un quadro di rara bellezza ed efficacia. 
Le Farfalle sono il simbolo insieme del cambiamento - prima uovo poi bruco poi bozzolo e finalmente farfalla - ma anche immagine di una bellezza fragile effimera che vive nel movimento. Il dolore della impossibilità di prolungare la bellezza viene mitigato dal ciclo della vita che continua sotto le diverse forme resistendo ai rigori dell'inverno. 
Il brano celebra la bellezza è il movimento con grande efficacia. 
Engelhart, un brano di sensazioni che esprimono i tanti significati del tedesco hart: austero, difficile, duro, rigido complicato, ma anche solido, affidabile. Una meraviglia sospesa tra commozione e forza trascinante. Quasi una dedica esclusiva e nascosta a Einrich Engelhart Steinwag fondatore della famosissima fabbrica di pianoforti Stainway & sons. 
La Ninnananna di Cosmo è uno stupendo canto augurale è dedicato a un figlio bambino ma abbraccia una generazione intera. 
Ti cullo con la voce del pianoforte, ti scaccio i demoni dell'incubo, ti accompagno in un mondo di sogno, senza dolore, abbi fiducia, Cosmo, dammi la mano: insieme a me assieme coi tuo amici viviamo almeno il sogno di un mondo migliore. 
La ninnananna chiude in bellezza un disco profondo, suonato in modo toccante e meraviglioso. 
E non spaventi l'ispirazione , nonostante frutto del dolore, il disco è bellissimo; dischiude orizzonti luminosi e alimenta pensieri di futuro, collocandosi tra le migliori uscite di sempre . 
Grazie Gianni : un capolavoro.


Vittorio e Gianni Nocenzi

Carlo Meli ci racconta il suo incontro con Vittorio

Grazie ancora per la indimenticabile mattinata nello Studio di Vittorio che mi hai regalato! 
Mi è sembrato di vivere un sogno... Piovevano fiori, quel giorno, piovevano fiori dagli alberi mentre Vittorio autografava i miei vecchi LP del Banco. Evidentemente anche il vento aveva deciso di rendere "speciale" questo incontro.
Mi sono sentito emozionato e felice come un ragazzino, come se, improvvisamente, avessi tolto dalla mia vita più di quarant'anni per tornare col pensiero alla prima volta che vidi il Banco dal vivo nel 1974 a Piazza Navona, alla festa per la vittoria del no al referendum sul divorzio.
Quella musica che all'epoca ascoltavo attraverso lo "stereo di Selezione", ora potevo ascoltarla e "vederla"... la voce e la presenza di Francesco, l'eccellenza di Vittorio, la bravura di Gianni e di Rodolfo, Renato, Pierluigi... lì vivi e veri che suonavano (anche) per me! Ecco, dopo quarant'anni Vittorio ha davvero suonato (solo) per me! Con dolcezza e con maestria, facendomi vivere la costruzione del volo dell'ippogrifo: ... ho percepito il movimento delle ali della cavalcatura nell'aria rarefatta e ho visto il livido colore della Luna avvicinarsi e la Terra allontanarsi e ho avvertito che la curiosità di scoprire questo nuovo ignoto mondo, era più forte della paura che mi pervadeva mentre abbandonavo il vecchio e il noto...
Vittorio non parla con le parole, parla con la musica che compone e, si esprime attraverso le sue note, creando atmosfere e sensazioni impossibili da  cogliere se non ascoltando la sua musica.
Che mattinata meravigliosa il 23 maggio 2016. Grazie Vittorio!
... e grazie Aldo!!!


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